Lo Yoga come campo di tutte le possibilità
Molti mi chiedono che relazione abbia il respiro con la meditazione.
Il respiro è in relazione con tutto: dovunque siamo e guardiamo il respiro è fondamentale nella nostra vita.
Va in automatico senza bisogno di prestargli attenzione. Il respiro varia con le nostre emozioni e sensazioni.
Niente di nuovo. Se guardiamo una cosa bella il respiro cambia, e così se è brutta.
Quando corriamo il respiro accelera, se ci fermiamo a riposare il respiro rallenta, e così via in tutte le esperienze della vita.
Con la meditazione il respiro prende un ritmo più sottile e a volte sembra che rimanga in sospeso.
Ma il respiro non si ferma mai. Non dobbiamo temere se abbiamo la sensazione di non respirare.
Meditando il nostro metabolismo rallenta in modo notevole e tutte le nostre funzioni fisiologiche si assottigliano.
In poche parole, meditando non bisogna prestare attenzione al respiro, e se accade basta tornare a pensare il mantra, come se l’attenzione
che abbiamo prestato al respiro fosse un pensiero come un altro.
Ci sono esercizi di respirazione che possono essere utili per un meditante.
Ma per il momento è meglio procedere nel modo più semplice possibile.
La meditazione stessa ci porta a respirare nel migliore dei modi.
Sedersi e concentrarsi sul flusso del proprio respiro non porta da nessuna parte.
Non è meditare. Può creare un momentaneo relax, ma non aiuta ad andare oltre.
Meditare è andare in profondità nella nostra coscienza fino a toccare il campo di tutte le possibilità.
Cos’è il campo di tutte le possibilità o unità di campo?
E’ là dove tutto ha inizio. Dove la vita si manifesta e si espande ovunque.
Solo con un veicolo (mantra) possiamo intraprendere una tale discesa.
Pensare il mantra nel modo più sottile ci fa inoltrare nel più profondo di noi stessi e pian piano ci avviciniamo al luogo dove tutto può accadere
(Il campo di tutte le possibilità). Qui di seguito vi spiego come funziona.
La meccanica della Meditazione
Immaginate di essere un piccolo orticello sotto il sole e che il vostro orto ha bisogno di più acqua.
Non lontano da voi c’è un grande fiume pieno d’acqua. Voi avete bisogno d’acqua per il vostro orto.
Allora bisogna costruire un piccolo canale per prendere l’acqua.
Un solco che permetta all’acqua del grande fiume di alimentare l’orto.
Il solco non deve essere troppo grande ne troppo piccolo, ma grande abbastanza per permettere al flusso di scorrere in modo costante.
L’orto siete voi, la vostra vita e il vostro divenire.
Il fiume è la vitalità della vita, l’energia primordiale, l’essere.
A noi la pioggia non basta più per irrigare il nostro orto e abbiamo bisogno di più acqua.
Ce l’andiamo a prendere, e per questo costruiamo il piccolo canale.
Dico piccolo perché non vogliamo correre il pericolo di inondare l’orto.
Il nostro strumento per fare il solco è il mantra o veicolo.
La nostra conoscenza ingegneristica è la tecnica per usare il mantra.
La costanza nel nostro impegno ci porta alla riuscita del nostro intento.
Una volta creato il solco non dobbiamo fare altro che fare un lavoro di manutenzione. Se vogliamo possiamo anche costruire più in là altri piccoli canali che irradiano dal canale principale per arricchire il nostro orto e portare l’acqua in tutti gli angoli in modo armonioso.
Certo non vi dovete immaginare curvi sotto il sole a zappare il solco, pensando chissà quanto è lontano il fiume.
Per fortuna non è cosi. Il fiume della vita e già dentro di noi. Cosi vicino che basta un piccolo pensiero intenzionale perché tutto accada.
Il nostro piccolo pensiero è il mantra.
Una cosa fondamentale che scopriamo meditando e che più sottile e apparentemente debole è il nostro pensiero, più è potente il nostro
intento. La forza brutale non porta da nessuna parte. I pensieri duri come pietre finiscono per arroccarsi e fermarsi. I pensieri dolci e sottili trovano sempre la strada per continuare il loro percorso.
Giorno dopo giorno ciò che è sottile si va accumulando dentro di noi e senza che ce ne rendiamo conto un giorno ci accorgiamo di aver
accumulato un’enorme quantità di energia sottile.
Praticare la meditazione è come giocare con una pallina facendola saltare da una mano all’altra, e ad ogni passaggio la pallina diventa più grossa.
Accade una cosa molto importante mentre facciamo saltare la pallina che cresce.
Anche le nostre braccia diventano più forti e possono reggere la palla in modo sempre più disinvolto.
La palla cresce e le nostre braccia diventano più forti contemporaneamente.
Un giorno ci troviamo a gestire nel modo più naturale possibile e senza fatica un’enorme quantità di energia vitale.
E’ una cosa grandiosa e non ci vogliono anni perché tutto questo accada.
La meditazione è il più grande esercizio di libertà intuitiva che sia mai stato scoperto nella storia dell’uomo. E’ la chiave di volta per trovare nuove soluzioni ai tanti problemi che assalgono le civiltà contemporanee.
Le nostre menti si espandono in modo armonioso e senza conflitti e troviamo a livello intuitivo delle soluzioni grandiose.
Con questo non voglio dire che non c’è più bisogno di fare altro. Lo studio e la formazione sono fondamentali per preparare gli individui ad affrontare problemi specifici con le dovute conoscenze. Ma avere uno strumento in più che ci affina e ci fa comprendere il potenziale dell’intuito non è una cosa da poco.
Tutti i grandi scienziati, studiosi e inventori riconoscono che è stato un lampo di intuizione a portarli alla soluzione dei loro problemi e ricerche. Einstein per primo.
Ovvio che tutto questo accade se dietro c’è una base conoscitiva.
Meditare soltanto senza una base di studio e di letture approfondite ci porta ad un isolamento esistenziale, e in poco tempo ci possiamo ritrovare a fare i monaci di clausura e diventare sterili e anche imbecilli.
La meditazione deve essere un alleato nella nostra vita. Non deve mai essere un’imposizione che viene dall’esterno. Non deve diventare un credo o una religione. E’ una pratica di libertà e come tale la dobbiamo vivere, altrimenti non raggiungiamo nessun beneficio e recitiamo solo un ruolo inutile.
Grazie